Lunedì sera Velletri è stata co-protagonista della puntata del nuovo programma “100 minuti – Roma città aperta”. Al centro dell’inchiesta del giornalista Alberto Nerazzini, condotta con Corrado Formigli, la fitta rete della malavita organizzata che opera a Roma e che ha radici anche a Velletri.

Quello che emerge è un quadro agghiacciante, un intreccio tra affari e criminalità spietata in guerra per il controllo del territorio. La nostra Velletri viene più volte descritta come “città che sa, ma non parla e si gira dall’altra parte”, con concittadini coinvolti in traffici opachi e senza scrupoli.

Sarà compito degli inquirenti stabilire se ciò che è stato raccontato corrisponda alla verità, tuttavia non si può tacere davanti a certe immagini e dichiarazioni di esponenti politici locali che sono state fedelmente mandate in onda durante la trasmissione.

A nostro avviso infatti, gli interessi privati legati alle professioni del sindaco Cascella e dell’assessore Servadio, rispettivamente avvocato e imprenditore, sollecitano gravi dubbi di opportunità politica, a maggior ragione dopo l’inchiesta di La7.

La città è chiamata a reagire all’accusa di omertà che le è stata mossa e occorre farlo con nettezza e in maniera trasversale, senza punti oscuri. In primis da parte delle istituzioni e dei titolari degli organi rappresentativi.

Noi ci siamo. Scendiamo in piazza per la legalità, facciamolo tutti a prescindere dalle idee politiche che ci caratterizzano. È giunta l’ora di scegliere tra interesse pubblico della collettività e interessi privati dei singoli cittadini.

Da che parte stanno Ascanio Cascella e Fausto Servadio? Delle due, l’una: in questa che si preannuncia come la vera e propria sfida tra il bene e il male, Velletri ha bisogno di avere dalla sua parte il Sindaco e l’Assessore ai Lavori pubblici anziché l’Avvocato e l’Imprenditore.

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